Vedi, mi dico, esistono risposte. Ci sono: tangibili e chiare come il sole. Il mio gelsomino antico di decenni, piantato da una nonna, trasportato tra luoghi e tempo, soffre. Gli afidi, ignobili come tutti i parassiti, (in combutta con le formiche) lo torturano, tendono ad ucciderlo.
La lotta è durata da giugno e continua. Mezzi naturali, lavaggio quotidiano delle foglie (tante), rimozione di quelle che il pidocchio delle piante uccide quotidianamente… ma soprattutto parole. Giacché io credo fermamente, che la parola sia anche terapia. Gli dico che lo amo, gli racconto che nella vita combattere il male ci può sfiancare ma che guai a darsi per vinti o abbassare la guardia. Gli dico che ce la faremo. Gli chiedo scusa per i giorni in cui il vento forte e umido mi impedisce di dedicargli il tempo che gli occorre, gli chiedo scusa per le assenze, lo guardo con amore, lo accarezzo. So anche ascoltarlo.
Da principio mi dava due piccoli fiori, la sera. Sapevo quanto gli fossero costati. Di notte amo tenerli sul comodino, i preziosi fragranti candidi. Riempiono di incanto le insonnie più ostinate.
Poco a poco con la mia terapia improvvisata, sono aumentati di numero. Adesso che la comunicazione è quasi perfetta (preciso che non faccio parte di quelli che hanno il pollice verde)… accade che, alla fine della “cura” quotidiana, pochi minuti dopo che ho finito, tantissimi boccioli si dischiudono. Proprio davanti ai miei occhi. 20, 35, 50, 96… Per ciascuno che ne colgo, il mio grazie, ad alta voce, esterrefatto e gioioso. E intanto che vado a poggiarli sul comodino non posso che ripetere a me stessa la certezza: le risposte esistono, i bilanci possono segnare punti sulla colonna dell’attivo. Esiste lo scambio, esiste il dare. Ma non per avere in cambio qualcosa. Se saprai dare, il dono giungerà.
Perciò non bisogna abbassare la guardia, perciò non bisogna darsi per vinti: per quanto maligni e in mala fede possano essere i parassiti, di ogni specie!