Il vivaio delle bassezze

Friedrich Nietzsche affermava: ” vivere, di per sé signifia essere in pericolo”  Verissimo. Lo siamo tutti, dal primo respiro. Immani i pericoli, costantemente in agguato. Ma, mi chiedo, chi lo avrebbe mai detto, allo stesso inquieto filosofo, che un giorno ci saremmo trovati in pericolo semplicemente entrando in un social?

Paradosso? Direi proprio di no. Chi non ricorda l’ottimistico iniziale approccio nel lontano 2008, con quello che nel tempo sarebbe diventato un vivaio di aggressività, furti di identità, violenze, ricatti… Fu entusiasmante creare la propria pagina, il profilo, rintracciare amici vecchi e nuovi con cui intavolare amabili scambi quotidiani, tra riflessioni e condivisioni. Gli ingenui e in buona fede non avevamo ancora fatto i conti con il “mostro” ovvero con quel narcisimo frustrato e compresso che ha dato ai più un sentimento smisurato di onnipotenza. Avere le proprie generalità in grassetto, con tanto di foto, come fosse un giornale…. il proprio giornale quotidiano! Avere la possibilità di dire la propria ad alta voce, con eccessivi  errori di grammatica e punti esclamativi… Un sentimento di potere ha preso questi numerosissimi tapini che hanno finito col disseminare i social di becere affermazioni, false notizie, improperi, insulti, volgarità. Complimenti al creatore di tanto ” luogo virtuale del male”! Ha intuito che il social avrebbe dato voce alle più imbecilli, rozze, violente anime del pianeta.  Negli anni i fruitori sono diventati milioni di milioni e i più hanno spinto sempre di più sul pedale dell’insolenza e della violenza. Il culmine durante la più  recente campagna elettorale ( che sembrerebbe finita e che invece non finisce mai…). La prima campagna elettorale digitale. Niente più comizi nelle piazze; solo le dirette dalla poltrona di casa, urlate, mirate a raggiungere budella putrefatte di livore e far leva su di esse. Menzogne gridate sin dal mattino, migliaia di insulti su toni acuti, false promesse. I risultati sono più che evidenti. I “mostri” si sentono apostrofati in prima persona, possono interagire col leader, scambiare consensi, vedere che il leader gli mette sotto al commento, una faccina che strizza l’occhio.  Questo essere a tu per tu col ‘politico’ li fa sentire realizzati. Mai carro del vincitore fu più comodo… E il  furbo leader in mala fede, ne approfitta perseguendo le proprie finalità,  tirando fuori da ciascuno di loro,  risentimento, ferocia ottusa, cieca fede e infine…voti.

Se vivere di per sé significa essere in pericolo, vivere sui social, oggi, rimanervi alla luce di ciò che sono diventati, vuol dire essere in pericolo di prestare il fianco e nutrire l’enorme vivaio delle bassezze che cresce di giorno in giorno. Mettendo in serio pericolo la democrazia.

 

 

 

 

 

 

 

2 pensieri riguardo “Il vivaio delle bassezze

  1. Un gran pezzo questo “VIVAIO DELLE BASSEZZE” !!! Un’analisi lucida dei meccanismi perversi che stanno degenerando i “social”. Vale quanto dici sia per le presenze individuali e private (troppo spesso caratterizzate da un “livello” davvero inquietante) sia per quelle di più ampia portata e risonanza. Argomento di grandissima attualità quello che affronti, con piglio così giustamente critico … dal momento che si sta scoprendo che la massiccia campagna di inauditi insulti e perfino minacce rivolte (a mezzo social) al nostro Presidente attorno al 28 maggio scorso furono quasi certamente il frutto di una campagna denigratoria orchestrata per condizionare le decisioni (quanto mai opportune) che Sergio Mattarella andava assumendo, con grande equilibrio, prudenza e buon senso. Ove giuridicamente possibile, questi intollerabili comportamenti andranno tempestivamente repressi dalle autorità di polizia e severamente puniti dalla magistratura.
    Ma è consolante che anche i “mercati” (pur se mossi esclusivamente dalla logica del profitto) stiano pesantemente colpendo le compagnie dei social … indubbiamente corresponsabili, per l’inefficienza dei meccanismi di filtro e di controllo che avrebbero potuto prevenire e contenere, almeno in parte, questi fenomeni deteriori.

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    1. La tua analisi ancora più approfondita della mia, mi incoraggia ad andare avanti nella mia piccola, quotidiana crociata anti- social. Ho abbandonato Fb il 5 di marzo, (dopo avere per mesi seguito la campagna elettorale e aver capito come è stata condotta)…Tanti lo stanno facendo. Spero siano molti di più. Ormai che poteri più o meno occulti se ne sono appropriati, bisogna riconoscerne la pericolosità e sfuggirli.
      Grazie, Giuliano…

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